
Capanna Albagno - Via La strada del lupo
Via abbastanza ingaggiosa costituita da placche intervallate da muretti e strapiombini atletici; chiodatura un po’ disomogenea, con qualche tratto pericoloso anche per il secondo di cordata. Valutazioni discordanti sulle difficoltà, rispetto a quanto indicato dagli apritori. Qualche fix sembra fuori dal tracciato più logico ed è difficile integrare i tratti non attrezzati.
Avvicinamento
Da Montecarasso si prende la funivia per Mornera, funzionante tutto il giorno. Raggiunta Mornera si seguono le indicazioni per la capanna Albagno; superato un piccolo stagno si nota sulla sinistra, poco dopo, una debole traccia che si stacca da quella principale e con percorso pianeggiante si dirige verso la valle di Sementina (nessuna indicazione). Si segue questa traccia fin sotto le placche visibili già da lontano; l’attacco è posto nei pressi di due idranti antincendio (spit visibili). Mezz’ora dall’arrivo della funivia; 5-6 ore per la via; un’ora scarsa per tornare alla funivia (prezzo a/r 18 franchi).
Via
Da completare… Vedere schizzo.
Discesa
Dall’ultima sosta si scende su lato nord-ovest con una breve doppia (logora corda fissa in loco), raggiungendo una sella; di qui per evidente traccia ci si innesta nel sentiero della Capanna Albagno, che si percorre a ritroso fino a Mornera.
- 11 lunghezze
- Impegno: via di varie lunghezze, oltre i 200 metri, avvicinamento da 1 ora, ritirata comoda
- Attrezzatura: via moderna attrezzata a spit - spittatura distanziata con tratti obbligatori (S2)
- Roccia: granito
- Difficoltà: 6c (6a+ obbl) // 6a+ D+
- Accesso stradale: Milano Chiasso Lugano - Bellinzona - Montecarasso
- Logistica: Non ci sono punti d’appoggio; la Capanna Albagno (1870 m) è collocata a 10 minuti di cammino dal vertice della struttura, ma per raggiungere la base si è costretti a un ampio giro.
- In una zona molto frequentata anche dagli arrampicatori italiani come il basso Ticino, noto soprattutto per la Val Maggia, ci sono parecchie possibilità di aprire nuove vie; il fondovalle è già stato sfruttato quasi sistematicamente ma non è così per le quote medio-alte. In alcuni casi i lunghi avvicinamenti scoraggiano gli esploratori; in altri la presenza di piccole funivie consente di raggiungere zone sperdute, come il Sasso Torrasco, in poco tempo. Ne risulta, per i ripetitori, l’opportunità di apprezzare nuovi scenari dalle caratteristiche prettamente alpine, lontani dalla massa e immersi in boschi secolari. L’arrampicata si svolge su una roccia metamorfica che a tratti ricorda quella della Corma di Machaby, anche se è doveroso sottolineare che l’impegno complessivo è ben diverso

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