
Monte Masuccio - da Viano per i Costi da S. Giuan
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Da Viano 1281m proseguire in direzione La Dogana fino alla località Pradel 1326m; salire allora per prati piuttosto articolati fino a raggiungere i pressi di Braga. Altri prati permettono di raggiungere agevolmente Tegial 1750m circa. Qui raggiunto il margine superiore dei prati dirigersi per bosco rado in direzione SE fino a quota 1820m circa, dove si incontra la palina del confine italo-svizzero (grosso focolare in sasso). Senza alcun problema seguire le paline in direzione NE (molto visibili grazie al taglio del bosco). Passando nei pressi della quota 2160m (cippo 11) ci si immette nel primo ripidissimo canalone delle Costi da S. Giuan che risalito (coltelli da neve o ramponi e/o sci in spalla) culmina un poco più a monte del cippo 12 a 2450m circa. Una breve valletta ed un pianetto e si accede all’ultima ripida dorsale. Con evidente percorso si giunge in cresta al monumentale cippo n°13 a 2648m. Qui termina la parte sciistica. Con breve ed esposta salita in direzione E si raggiunge la cimetta quotata 2665m. La cresta che conduce al Monte Masuccio 2816m, meritevole di esser percorsa, comporta alcuni passi di II°. Dopo detta cimetta si raggiunge una depressione di cresta, un altro risalto e al successivo intaglio ci si trova al cospetto di una paretina verticale (punto chiave, catena); aggiratala scendendo a S si punta alla croce tridimensionale visibile più avanti. Raggiuntala si scende aggirando a NW la Crus dei Barfi. Sempre sul versante settentrionale della cresta si prosegue in direzione N per raggiungere appena possibile di nuovo la cresta con percorso evidente piegando ad E. Ora in breve verso N si giunge alla rosa dei venti posta sulla cima del Monte Masuccio nell’anno della montagna, sulla quale sono riportate tutte le vette visibili con tanto di cannocchiale.
DISCESA: nei pressi della salita.
Le pendenze sostenute dell’itinerario impongono spesso l’uso dei coltelli da neve e/o dei ramponi. Se si arresta la salita alla quota 2648m, le difficoltà dell’itinerario calano a AD.
Per la cresta e la vetta generalmente non è richiesta la corda, è però buona norma possederne uno spezzone unitamente alla piccozza. Gita pochissimo frequentata in ambiente selvaggio e solitario che riserva bellissime sciate in canaloni di bosco rado; i ripidi pendii sommitali richiedono una buona tecnica (tratti a 40°). Bellissima la salita alla vetta lungo la cresta (da una a due ore, dal cippo n°13, secondo le condizioni…

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