Anello: Erve > Magnodeno > Cresta della Giumenta > Capanna Alpinisti Monzesi > Erve. La Cresta della Giumenta collega il Monte Magnodeno al Passo del Foo. Un sentiero attrezzato permette di percorrerne i torrioni e i pinnacoli che la caratterizzano, godendo appieno della panoramicità della cresta Dalle ultime case di Erve, Via Resegone, comodi parcheggi, ci si inoltra nella valle del Torrente Galavesa per stradina dapprima pianeggiante, ma che presto prende a salire. Terminata la prima rampa su fondo in cemento, poco prima dell&#8217;acquedotto si dirama a sinistra nel bosco il ripido sentiero che conduce al Magnodeno. Occhi aperti per individuarne l&#8217;inizio, ad indicarlo vi è solo un bollo blu e una scritta sbiadita su un sasso. Dopo essere transitati per il Monte Forcellino, si perviene alfine alla cresta erbosa dove, a circa 1050m, si incrocia il sentiero che proviene da Erve Via Costalottiere. Si prosegue su terreno aperto fino alle ultime roccette che portano alla vetta del Monte Magnodeno ed all&#8217;omonimo bivacco-rifugio. Si ha chiara visione del percorso della Cresta della Giumenta, e la si raggiunge inizialmente per il Sentiero 24, poi N°23 dove un cartello consiglia l&#8217;attrezzatura da ferrata. Con catene di sicurezza presenti sia sulle roccette che nei sentierini esposti sul filo di cresta si percorre il divertente itinerario, vario ed articolato, passando per la Cima del Foo, punto più alto, raggiungendo alfine il Passo del Foo. Dal passo per sentiero si scende alla Capanna Alpinisti Monzesi, raggiungendola dall&#8217;alto. Dal cartello della ferrata si può anche scendere senza raggiungere il passo per un ripido ma ben battuto sentiero che ci deposita poco sotto la Capanna Alpinisti Monzesi. Per sentiero si raggiunge il fondovalle, scegliendo tra la Variante Valleverde, il sentiero della Sorgente San Carlo, il sentiero di Pra di Ratt. Tutti conducono ad Erve.

Monte Magnodeno

Monte Magnodeno - Cresta della Giumenta

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camptocamp

### Avvicinamento

Lasciata l'auto in uno dei tanti parcheggi che si trovano proprio nei pressi della chiesa di Somasca incamminarsi brevemente verso il piazzale antistante la stessa e imboccare la stradina che in breve porta alla partenza della salita che conduce al castello e punteggiata ogni tanto dalle cappellette che ricordano la vita di S. Girolamo (presenza di un cancello in ferro all'entrata).

Pochi metri prima, prendere la ripida asfaltata sulla destra e poco dopo una curva lasciarla in favore di un sentiero che parte sulla sinistra - Segnavia "Via della Valle". (la traccia gps da qui e per ca 15' non rispecchia la descrizione: ho seguito un vecchio sentiero che facevo quando ero piccolo ma che adesso è di fatto impraticabile).

Seguire questo sentiero lastricato e in breve giungere alla base del castello dell'Innominato, lato N. Proseguire puntando all'evidente baita/cappella degli alpini e dopo averla passata ad un certo punto prendere la deviazione di destra del sentiero che ora si inoltra nel fitto bosco. Abbastanza agevolmente, con alcuni tornanti e dopo essere passati alla base della imponente e contorta parete S del M.Pizzo (incombe sull'abitato di Somasca ed è sempre stato chiamato in questo modo anche se si può anche trovare il toponimo "Cima Mudarga") si arriva su un aereo e panoramico terrazzo erboso che si percorre per tutta la sua lunghezza sino a giungere ad un pulpito con croce.

Ora non si devono seguire le indicazioni per Erve, bensì prendere il sentiero di sinistra e che si inerpica lungo il boscoso versante NE della montagna e che si risale fino a raggiungere il crinale che separa nettamente la valle di Erve -posta a E- dalla piana dei laghi di Lecco e dell'Adda, posta a W. Seguire questa dorsale, lunga e con qualche saliscendi. Nei pressi di un'ultima baita (presenza di un cippo che fissava il confine tra lo Stato di Milano e quello di Venezia) si può scegliere se proseguire lungo il comodo sentiero a destra che taglia il pendio oppure se risalire a sinistra lungo un ripido ma breve tratto roccioso sino in cresta.

Le due varianti si ricongiungono poco più avanti presso una sella erbosa: con un ultimo sforzo (prestando attenzione in presenza di ghiaccio) fino in cima dove si trova un bivacco sempre aperto.

### Discesa

Oltre che per l'itinerario di salita, vari itinerari alternativi che passano sia per Erve che per Camposecco sul versante lecchese o... in volo.

Dislivello non eccessivo, ma buon sviluppo.

Lasciata l&#8217;auto in uno dei tanti parcheggi che si trovano proprio nei pressi della chiesa di Somasca incamminarsi brevemente verso il piazzale antistante la stessa e imboccare la stradina che in breve porta alla partenza della salita che conduce al castello e punteggiata ogni tanto dalle cappellette che ricordano la vita di S. Girolamo (presenza di un cancello in ferro all&#8217;entrata). Pochi metri prima, prendere la ripida asfaltata sulla destra e poco dopo una curva lasciarla in favore di un sentiero che parte sulla sinistra - Segnavia &#8220;Via della Valle&#8221;. (la traccia gps da qui e per ca 15&#8217; non rispecchia la descrizione: ho seguito un vecchio sentiero che facevo quando ero piccolo ma che adesso è di fatto impraticabile). Seguire questo sentiero lastricato e in breve giungere alla base del castello dell&#8217;Innominato, lato N. Proseguire puntando all&#8217;evidente baita/cappella degli alpini e dopo averla passata ad un certo punto prendere la deviazione di destra del sentiero che ora si inoltra nel fitto bosco. Abbastanza agevolmente , con alcuni tornanti e dopo essere passati alla base della imponente e contorta parete S del M.Pizzo (incombe sull&#8217;abitato di Somasca ed è sempre stato chiamato in questo modo anche se si può anche trovare il toponimo &#8220;Cima Mudarga&#8221;) si arriva su un aereo e panoramico terrazzo erboso che si percorre per tutta la sua lunghezza sino a giungere ad un pulpito con croce. Ora non si devono seguire le indicazioni per Erve , bensì prendere il sentiero di sinistra e che si inerpica lungo il boscoso versante NE della montagna e che si risale fino a raggiungere il crinale che separa nettamente la valle di Erve -posta a E - dalla piana dei laghi di Lecco e dell&#8217;Adda, posta a W. Seguire questa dorsale, lunga e con qualche saliscendi. Nei pressi di un&#8217;ultima baita (presenza di un cippo che fissava il confine tra lo Stato di Milano e quello di Venezia)si può scegliere se proseguire lungo il comodo sentiero a destra che taglia il pendio oppure se risalire a sinistra lungo un ripido ma breve tratto roccioso sino in cresta. Le due varianti si ricongiungono poco più avanti presso una sella erbosa: con un ultimo sforzo (prestando attenzione in presenza di ghiaccio) fino in cima dove si trova un bivacco sempre aperto. Discesa:oltre che per l&#8217;itinerario di salita, vari itinerari alternativi che passano sia per Erve che per Camposecco sul versante lecchese o&#8230;in volo. Dislivello non eccessivo, ma buon sviluppo.

Monte Magnodeno - Da San Girolamo, per il crinale S

Camptocamp

Cima che sovrasta Lecco e posto a circa metà del lungo crinale che collega Calolziocorte con la cima del Resegone. Presenta vari accessi, abbastanza semplici.